martedì 1 settembre 2009

Destinazione Paradiso, Paradiso Città...

"...Un viaggio ha senso solo senza ritorno se non in volo..."
Ma anche no.
Perchè per il disoccupato, invece, il viaggio non ha proprio senso.
Manco a piedi.
A meno che non si tratti della spola settimanale tra la sedia della propria scrivania e quella difronte allo stagista di turno Manpower/Addecco, (in genere di sesso femminile, sorriso liofilizzato, capello mechato, unghie laccate, uso del solo indice per la battitura al pc, vocetta garrula, età media 23 anni, laurea di "primo livello" in lettere/ filosofia/ scienze della formazione appesa in salotto per far figura con i parenti e il condominio, e tanta, tanta, ma proprio tanta! umana comprensione -sottolineata di volta in volta da versetti e ampi cenni di capo- per il tuo status NON lavorativo, n.d.r.).
Perchè c'è un codice deontologico che parla chiaro:
IL DISOCCUPATO E' ALLA CANNA DEL GAS.
Il disoccupato non può uscire, non può telefonare, non può avere una vita sociale, non può sorridere, non può essere ottimista. Perchè il disoccupato riesce a mala pena a nutrirsi e a dormire la notte! E l'unico treno che può pensare di permettersi di prendere, è il primo eurostar utile.
Direttamente lì, pancia in su, STESO SULLE ROTAIE.
...
Dopo due anni di tale solfa, e le soluzioni che ti si parano dunque la mattina davanti, sono soltanto due: tagliarti le vene per lungo o partire.
Considerato che il sangue ti fa impressione e che se mai non ci dovessi rimanere, passeresti il resto dei tuoi giorni in un istituto di igene mentale regionale, decidi di optare per la seconda opportunità: un break, una pausa, una decompressione una fuga, un allontanamento volontario, chiamalocometipare.
E di farlo O R A.

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